Imagine (…) Fin dall’inizio, l’allusione: sedici attori multinazionali alle prese con altrettante sedie, in una danza. ironica di posti scambiati, strappati conquistati, cercati disperatamente e quasi sempre senza esito. Da subito si è trattato non di estraneità geografica, ma della condizione camusiana dell’“étranger” a se stesso e agli altri; del “sentirsi straniero”, “altro”, “solo” e…
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