Break (2009)
I cantieri, eventualmente a costo di un’illusione, sono spazi poetici nel senso etimologico della parola: vi si può fare qualcosa; la loro incompiutezza contiene una promessa.
Marc Augé
La parete di un cantiere edile che taglia in due il Chiostro di S. Anna, è diventato l’elemento e il tema dominante dello spettacolo, allegoria di tutte le barriere che dividono gli esseri umani gli uni dagli altri: muri concreti, come quelli di Berlino, Israele-Palestina, Marocco-Saharawi, U.S.A-Messico… ma anche muri mentali costruiti sull’ignoranza e la paura dell’altro.
Il titolo BREAK vuole significare sia la rottura, la separazione inflitta da questi muri, sia il desiderio di romperli, per abbatterli e ricostruire una fraterna solidarietà (Break!, cessate le ostilità!). Le megalopoli del mondo attuale sono percorse da molti muri, molte frontiere che separano più o meno rigidamente ricchi e poveri, residenti da lunga data e immigrati, vecchi e giovani, benpensanti e ribelli.
L’umanità non è in rovina, è in cantiere. Appartiene ancora alla storia
Marc Augé
Testi: Erri De Luca, detti popolari pugliesi.
Musiche: Zhang Qiany, Shi Guangnan, Richard Strauss, Tom Waits, Maurizio Curcio, Ibrahim Maalouf, Franz Schubert, Nicola Piovani, Peter Gabriel, Les Maitres Tambours du Burundi, Pat Metheny, Zhao Jipin, Michel Petrucciani, Sheelanagigs, Antonio Guida, Canti tradizionali del Burundi
Di e con: Francesco P. Albano, Soufien Amrani, Vincenzo Bonanata, Silvia Castellani, Filip Chęciński, Luo Danmei, Wei Dian, Angelo Fanelli, Juan C. Foglizzo, Karolina Gocek, Franziska Hermenau, Shiori Kitano, Klara Kovarova, Xie Lei, Leifeng, Daqui Lema, Lu Lu, Yang Ludan, Angelo Martinisi, Linda Monacchia, Gerardine Ngazari, Enio Pallaracci, Gaetano Perfetti, Flavia Renz, Loïc Richard, Alessia Rinaldi, Gianfranco Ruggiero, Giulia Sileno, Doris Theiner, Enrico Tribbioli, Anna Ventriglia, Michele Volpi, Zhao Wenting, Chen Xiao Ze, Zhang Yuanyuan, Su Yulong, Niu Yuxi.
Regia: Danilo Cremonte.
Luci: Massimo Guarnotta.
Foto: Thomas Clocchiatti.