Barbari (1999)

Barbari

(…) La scena intorno appare secca e inaridita, come un prato di periferia pronto ad accogliere nomadi e superstiti da ogni orrore. Uno dei personaggi racconta e rappresenta le acrobazie a cui è costretto quando il terreno è coperto di fango – e non è difficile cogliere la valenza simbolica dì questo racconto, con negli occhi ancora le immagini dei mille campi profughi…

Altri avanzano smarriti, incupiti da chissà quali sconfitte; altri tentano una scambio, quasi una comunione con dei pezzetti di pane; altri ancora arrischiano amori precari e improbabili, che durano lo spazio di una canzone.

Qualcuno, con l’aria malandrina dell’imbonitore da fiera, ma con preciso linguaggio scientifico, vuole dimostrare come la carne malata di cui ci nutriamo è, in realtà, un ottimo alimento (ottimo per i profitti che produce).

E poi, senza soluzione di continuità, la guerra: gli incendi e le devastazioni e gli effetti collaterali (“I ‘m sorry”), e – quasi a specchio – le corrispettive sfilate dei reduci, degli invalidi, degli orbati (che poi siamo noi tutti, incapaci di vedere noi stessi feriti e mutilati)…

Attori: Ismail Ait-Mbarek (Marocco); Francesco Paolo Albano (Italia/Taranto); Jawad Bel-Halba (Marocco); Sabrina Braganti (Italia/Perugia); Hsiu-Ting Chen (Taiwan); Daria Corrias (Italia/Nuoro); Fatmir Deskaj (Albania); Nikolin Deskaj (Albania); Paolo Floridi (Italia/Roma); Gianluca Iadecola (Italia/Latina): Mahmaud Hanafy (Egitto); Olivier Hurtis (Francia); Stella Kalisperatou (Grecia); Ursula Lauterburg (Svizzera); Paul Menessier Ngalle (Camerun); Gloria Minnozzi (Italia/Macerata); Xabi Olza (Spagna); Delphine Schumacher (Svizzera); Taisuke (Black) Wakabayashi (Giappone).

Musiche:

Laurie Anderson “Cello solo”

Goran Bregovic “Underground tango”

Fred Frith “Step across the border”

The Residents “Why Hitler was a vegetarian” “Sorry” “Farmers”

Peter Roberts “Jungle river”

Tom Waits “What’s he building?” “Black market baby”

Canti tradizionali del Camerun (dal vivo)