SenzaDove (2016)
Increduli, assistiamo quotidianamente allo spettacolo tragico dell’esodo senza fine di moltitudini di uomini; impotenti, preferiamo volgere altrove lo sguardo, ma dove? “Ovunque ti giri c’è realtà! A destra, a sinistra ce n’è. Ce n’è a bizzeffe, non sai più dove voltarti” (Aldo Nove).
“All’inizio è un ricordo di Beckett, il maestro: Giorni felici, con i due non interrati, ma sepolti fino al viso in due altissime pile di pneumatici, copertoni di automobili che, numerosissimi, compariranno poi, si può dire, in tutto lo spazio e per tutto il tempo, vero leit motiv di questo spettacolo. Copertoni di volta in volta come salvagente, gettati alla rinfusa forse come tentativo disperato di salvare qualcuno, qualche annegato (ma non si vede nessun salvataggio), o come minacciose presenze che sembrano dotate di una vita propria, ostile, incontrollata. […]
In questo spettacolo invece non c’è nessun compiacimento, le cose – pur se trasfigurate nella metafora dell’invenzione scenico-poetica – sono dette come sono. Ecco allora il ricordo della guerra europea e del nazismo, nella voce agghiacciante dell’ultimo comunicato radio al momento dell’invasione della Polonia. E, a creare un cortocircuito abbastanza spaventoso, ecco le foto ricordo dell’orrore di Abu Graib, questo nazismo mediocre e un po’ ridicolo dei nostri tempi. Come dire, con Brecht, “il grembo che partorì quel mostro è ancora fecondo”. E nel frattempo, a inserire in tutto questo il freudiano perturbante (unheimlich) una voce intona, ma con qualche fatica, il natalizio “Oh Tannenbaum”… Intanto sbucano da ogni parte le reti (il filo spinato, le nuove frontiere d’Europa), a chiudere tutto in una situazione di claustrofobia senza scampo. Salvo poi, alla fine, comparire un pescatore che, umile, paziente, stende una rete che attraversa tutto lo spazio scenico davanti agli spettatori. Una rete che ha qualcosa di familiare, sembrerebbe una di quelle dei pescatori del nostro lago: una rete nella quale finiremo tutti, prima o poi, pesciolini. Non so dire perché, ma è un pensiero che mi ha molto rassicurato e consolato. […] “
L.C. estratti della recensione per il manifesto- micropolis
““Senza dove” fa ridere e irridere, diverte e irrita, turba e disturba. Specie quando rimprovera alla nostra coscienza la colpevole indifferenza verso la sorte di altri uomini. Non troppo diversi da noi. Ci accorgiamo così che “i poeti mentono”, perché “le parole vengono troppo tardi, o troppo presto”. Il gesto no.
Mentre la forza della vita emerge in tutta la sua incomparabile, sconvolgente e tragica bellezza.”
Sandro Allegrini, Il Nuovo Corriere Nazionale
Di e con: Sofia Battistini, Luciana Bianconi, Nicola Castellini, Fred David, Mariella De Masi, Mamadou Hassimiou Diallo, Robertino Dolciami, Martina Fileccia, Giulia Galdelli, Pierluca Gioia, Stefan Godonoga, Giorgi Kochua, Axel Lepper, Viola Lopez, Christine Lord, Waqas Ali Majeed, Rita Marinelli, Mohammad Ali Montaseri, Ilaria Natale, Walter Pituello, Anna Poppiti, Asif Rahmani, Jhans A. Serna Rayme, Elena Severini, Aliou Tall, Julia Tyszka, Luca L. Viviani, Lin Weixin, Li Zi’an.
Regia: Danilo Cremonte